sabato 27 ottobre 2012

Sorpresa!



Con il primo freddo un piccolo drappello di codibugnoli - per niente intimoriti dalla "città"- è arrivato fino a casa (a chiamarmi? ok, domani arrivo, ci si vede nel bosco).

lunedì 22 ottobre 2012

Che fatica!

Ebbene sì, lo confesso, lavoro solo 18 ore alla settimana. Comunque sempre di più di un giornalista tv che lavora mezz'ora al giorno o di un calciatore che, quando va bene, lavora novanta minuti alla settimana. E devo anche riconoscere che quelle 18 ore sono sempre peggio dal punto di vista qualitativo: ma se c'è stato, ogni tanto, qualche piccolissimo miglioramento  nelle mie lezioni, questo è stato grazie a notevoli sforzi personali fatti quasi sempre in solitudine e in modo assolutamente artigianale; non certo grazie alle nefaste iniziative dei vari ministri di destra, sinistra o centro che si sono succeduti.

El coronel no tiene quien le escriba

Magari nessuno scrive al colonnello ma al ministro Profumo in questi giorni non manca certo qualcosa da leggere: anche Lucia dà il suo contributo che non posso esimermi dal pubblicare (anche in considerazione degli innumerevoli lettori che ha questo blog...):


Signor Ministro,
faccio eco alla mia collega Antonietta Brillante e vorrei dare voce anche con la mia testimonianza alla serietà e alla professionalità di noi docenti italiani.
Sono una professoressa di matematica in un istituito tecnico. Mi sono laureata nel '95 a 23 anni e ho sempre voluto insegnare. Dopo un annetto di lavori saltuari in attesa di una supplenza mai arrivata, ho optato per il privato, lavorando come analista programmatore nei centri di elaborazione dati delle banche.
Quando è stato indetto l'ultimo concorso ordinario nel '98, mi ci sono buttata e, lavorando di giorno e studiando di notte, mi sono piazzata decima in regione Lombardia, entrando in ruolo nel 2001.
Ho scelto la scuola; avevo un posto a tempo indeterminato meglio retribuito di quello di insegnante; ho scelto di insegnare e non sono entrata nella scuola perchè non ho trovato di meglio.
Svolgo con passione e impegno il mio lavoro e, per esperienza personale, posso dire che lavorare nella scuola è molto più inpegnativo che lavorare come impiegato per 40 ore settimanali.
(...è anche più bello, per i miei gusti...)
Innanzitutto lei parla di 18 ore settimanali: si tratta di 18 ore in classe con gli studenti, 18 ore di concentrazione al 100 % . Le 18 ore di lezione vanno preparate: va pensato che cosa spiegare, vanno pensate le attività da proporre (esercizi, per la mia materia). Va individuato come spiegare e che tipo di attività far fare agli studenti (ognio classe ha la sua fisionomia e noi siamo insegnanti, non registratori); bisogna preparare le esercitazioni, bisogna preparare le verifiche; esercitazioni e verifiche vanno corrette. In una mia classe è presente un alunno con disturbi specifici dell'apprendimento, per cui va individuato per lui un piano didattico personalizzato, cioè un percorso diverso solo per lui. In un'altra classe c'è un'alunna straniera da poco in Italia a cui bisogna preparare attività integrative per colmare il gap linguistico. Senza contare le difficoltà, non certificate, di tanti studenti, davanti alle quali un docente non può chiudere gli occhi: per ciascuno di loro va pensato qualcosa di speciale.
Queste sono attività ordinarie che ogni docente deve fare per preparare le 18 ore settimanali e, signor Ministro, occupano più di sei ore settimanali aggiuntive all'insegnamento.
Quindi innanzitutto, per correttezza, non si insinui che le 18 ore settimanali siano le sole ore settimanali lavorative.
Alla 'mera' preparazione delle lezioni vanno aggiunti: consigli di classe, collegi docenti, riunioni delle commissioni che servono a far funzionare la scuola (orientamento, POF, biblioteca, manutenzione laboratori, commissione alunni stranieri, commissione educazione alla salute....) e le attività correlate a queste commissioni. Si tratta di ulteriore tempo extra alle 18 ore , alle ore difficilmente conteggiabili per la preparazione delle 18 ore: tutte ore che lei finge di ignorare!
Senza contare che la curiosità intellettuale e la sensibilità nell'individuazione dei bisogni dei nostri studenti ci spingono a preparare progetti, attività extracurriculare, corsi di formazione per colleghi, elearning per studenti...tutto già allo stesso prezzo dello stipendio del docente.
Non riconoscere questo fermento intellettuale intorno alla scuola, non riconoscere che già stiamo dando tutto quello che possiamo alla scuola, pensare che possiamo tranquillamente sopportare un carico di lavoro aumentato del 25% è offensivo nei nostri confronti e contribuisce ad affossare tutte quelle iniziative che abbiamo costruito e fatto crescere per amore della scuola (l'elearning, lo sportello help per gli studenti in difficoltà, e tantissime altre attività che io e i miei colleghi abbiamo fatto e facciamo ...).
Ci obblighi pure a stare a scuola 6 ore di più (o anche 12), ma non in classe: le occuperemo tutte per la scuola, perchè lo facciamo già ora. Ci fornisca, però, almeno di un tavolo e una sedia ciascuno e di qualche scaffale per portare a scuola libri e carte scolastiche che riempiono le nostre case. Aggiungo anche, siccome ci vuole pure tecnologici, ci fornisca di un portatile (o strumento simile) ciascumo: il mio portatile, che uso quasi unicamente per la scuola, me lo sono comprato con i miei soldi. Nel privato è l'azienda che fornisce ogni dipendente dell'attrezzatura necessaria. Io non ho ricevuto mai neppure una penna per scrivere!
A testa alta dunque mi permetto di chiederle di cominciare lei a fare un sacrificio per la scuola e di rinunciare totalmente a qualsiasi suo introito proveniente dal mondo della scuola o dal suo ruolo di ministro, in cambio di uno stipendio di professore di scuola superiore.

Cominci lei a fare un sacrificio per la scuola e per l'Italia, prima di chiedere questo sacrificio a noi docenti di ruolo e prima di sparare alle gambe ai docenti precari (si ricordi infatti che con un provvedimento del genere lei metterebbe sul lastrico un docente precario ogni 4 docenti di ruolo; e si ricordi anche che spesso i precari della scuola sono padri di famiglia quarantenni, non giovinetti al primo impiego).

Lucia Rapella

sabato 20 ottobre 2012

Un incubo?

Scendo di corsa dal settimo bispiano fino in strada e corro come impazzito cercando di evitare le pozz'angherie; la gente che incontro è tutta pesantemente raffreddata (lo si capisce dagli starnuti di gnu che sembrano un concerto nella savana durante la stagione delle piogge); ed era così anche prima che iniziasse questa settimana mai finita. Attraversando la strada urto involontariamente un vecchietto che impreca scambiandomi per un mansuniano e mi grida " ndìi a laurà!". Intanto squilla l'interfono, mi vogliono sull'astronave; "Un attimo e arrivo!" rispondo quasi senza guardare il display prima di arrestarmi di colpo quando mi accorgo che le immagini che mi arrivano da 450 km di quota parlano chiaro: è in atto un autentico massacro al contrario. Accidenti, bel risveglio per il comandante quando uscirà dal bozzolo del week end! Respiro una boccata di ossigeno impuro e ritorno precipitosamente sui miei passi.

mercoledì 17 ottobre 2012

Se (dici)otto ore vi sembran poche...

Gli insegnanti, il cui orario settimanale è andato via via aumentando, sono diventati delle 'macchine per vendere fiato'. Ma la merce 'fiato' perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può
vendere impunemente fiato per 20 ore alla settimana. La scuola a volerla fare sul serio logora. E se si supera una certa soglia nasce una complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e studenti a far passare il tempo. La scuola si trasforma in un ufficio, o in una caserma, col fine di tenere a bada per un certo numero di ore i giovani; perde ogni fine formativo.

Luigi Einaudi

p.s.: c'è posta per te Profumo:
Galatea scrive una lettera molto seria al ministro
e anche Antonietta Brillante gli scrive una mail

domenica 14 ottobre 2012

Lost drawings

Come le grandi rockstars ho anch'io i miei Lost tapes solo che non sono nastri ritrovati in un baule ad Abbey Road ma disegni che davo per persi e invece erano su una vecchia agenda del '78; vabbè, non saranno come degli inediti rimasti nello scantinato della Big Pink ma insomma, hanno uno strano profumo, probabilmente quello degli anni '70...

martedì 9 ottobre 2012

Incontri

Ho incontrato il Wild e non l'ho riconosciuto e ho avuto paura: non lo meritavo.